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La pioggia è come una bella donna

Tempo di lettura: 3 min.

#Marginalia tre

Meteoropatici di tutto il mondo, ricredetevi!
Quando piove, è vero, il cielo sembra piangere… ma siamo sicuri che non siano – alle volte – lacrime di gioia?

La pioggia è sottovalutata. Anzi no, peggio: è ingiustamente colpevolizzata.
Crederete – forse – che sia l’amante segreta di un animo nostalgico, il quale passerebbe ore ad ascoltarla, pomeriggi ad annusarla. E invece provate a immaginarla così: la pioggia è come una bella donna, con gli occhi tristi e l’aria pensierosa. Non vi incuriosirebbe, vestita di scuro e seduta all’angolo di un vecchio bar, una dama così? La avvicinereste, vorreste – di certo – carpire il mistero dietro quegli occhi grigi e liquidi. Tuttavia lei sarebbe sfuggente, schiva… e alla fine non vi resterebbe che ascoltare le parole che non dice. Ecco, con la pioggia dovreste provare a fare esattamente questo: ascoltatela senza fare domande. Né a lei, né a voi stessi.

https://www.youtube.com/watch?v=iosS8NAW5r4
Questo pezzo dei Delteens esce negli USA nel 1961 e a fargli compagnia, sull’altro lato, c’era (Why don’t you) love me

Esiste una pioggia fuori di noi. Esiste una pioggia dentro di noi. Spesso coincidono, quasi sempre convivono, cari i miei meteoropatici. È una Signora ingrata, arriva senza bussare e non chiede mai permesso. In cambio, però, porta sempre qualcosa in dono: infonde nei luoghi un’atmosfera nuova, regala alle circostanze un profilo diverso, in cui le tonalità del bianco e nero si abbinano ai sentimenti. Così il mondo diventa un vecchio film dai toni smorzati, di quelli eterni, da ammirare con lo sguardo incantato di un bambino.

Poco importa, in fondo, se non hai l’ombrello: una giornata uggiosa è un po’ una prova di coraggio. Puoi trascorrerla dandola vinta a qualche recondito pensiero o ad un languido ricordo. Oppure puoi tranquillamente attraversarla, senza paura, godendoti il paesaggio. Le lacrime non macchiano, la pioggia nemmeno… Se i Mascots cantavano Lonely Rain nel ’60 e i Kack-Ties avevano aperto la strada con questa in quegli anni, vuol dire che la pioggia ha – indubbiamente – il suo perché.

Questa rara versione originale conserva i suggestivi effetti sonori iniziali, in seguito rimossi dall’etichetta Kane label nella versione più diffusa

A ben vedere, poi, chi ha mai stabilito che la pioggia debba essere un’esperienza solitaria? Centinaia di fotografi hanno fatto del rainy kiss un’icona senza tempo, consacrandola all’immaginario vintage come uno dei sogni romantici più diffusi. E i film? Quante scene fantastiche di grandi amori che sbocciano sotto le intemperie. È un po’ come dire: “se supera la tempesta, è quello giusto”. Ho impresso nella mente, indelebile, il fotogramma finale di Colazione da Tiffany: quella meraviglia di Audrey Hepburn e quel fustacchione di George Peppard si danno il bacio sotto la pioggia più bello di tutti i tempi. C’è qualcosa di più romantico? Un sentimento, per essere autentico, dev’essere anche audace… no?

Breakfast at Tyffany’s (1961) diretto da Blake Edwards è tratto dall’omonimo romanzo di Truman Capote (1958)

Dicevamo, in apertura, che la pioggia è come una bella donna, con gli occhi tristi e l’aria pensierosa, vestita di scuro, seduta all’angolo di un vecchio bar.
Beh, vi capiterà spesso di incontrarla… siate sempre gentili, non fate troppe domande e imparate ad amare la sua aria mesta e vissuta. Se riuscirete a farne una compagna, saprà regalarvi grandi emozioni.

Baci velenosi (e fradici, per stavolta),
Vanì Venom

Vanì Venom

Vanì Venom è l’alter-ego, a metà tra il letterario e il rocker, di Vanina Pizii, una giovane professoressa di Lettere appassionata di musica anni ’40 ’50 e ’60 e di tutto ciò che concerne il lifestyle legato al mondo vintage: dischi, foto, abiti, libri, arredi, auto e chi più ne ha più ne metta!

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