Sale in zucca q.b.
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#Marginalia diciassette
Credere fermamente in qualcosa che non si vede è un privilegio raro: implica uno sforzo tra l’immaginativo ed il coraggioso, che si scontra immancabilmente contro il parere degli scettici, contro i muri innalzati dai disillusi in faccia ai sognatori.
Questa è la storia della Grande Zucca.
E #marginalia, nel misterioso sabato di Halloween, ve la racconta con un pizzico di emozione… che è sempre l’ingrediente segreto per le ricette migliori!
Siamo tutti un po’ Linus van Pelt. Sì, Linus, il piccoletto dei Peanuts, il famoso fumetto di Charles M. Schulz in cui Snoopy la fa da padrone. Linus – con la sua copertina salvavita che lo protegge dalle intemperie dell’esistenza – è quel personaggio indelebile proprio perché così simile alla parte emotiva di ciascuno di noi. Non è bello, non è spavaldo, anzi è spesso preda delle angherie bonarie degli altri, che lo punzecchiano per la sua indole sensibile e poco razionale.
Linus, come gli altri protagonisti – Charlie Brown, Patty, Lucy, Sally, gli immancabili Snoopy, Woodstock e tutti i loro amici – nasce dalla magica penna di Schulz nel 1950. Una delle caratteristiche che lo contraddistingue, oltre alla proverbiale coperta che si porta dietro ovunque, è la sua fede cieca nel Great Pumpkin, un’entità che – ipoteticamente – si presenterebbe nei campi di zucche la notte di Halloween, elargendo doni ai bambini buoni d’animo.
Un alterego di Babbo Natale? Tutt’altro! Una antitesi o una nemesi forse, in quanto Linus si rifiuta di credere nel vecchio panciuto e barbuto e si ostina a litigare con tutti proprio in virtù di questo.
Chi decide in cosa sia giusto credere? Chi stabilisce quale sia la fede migliore se si ha fede in qualcosa che, in fondo, nessuno ha mai visto?
“Ogni traduzione è un tradimento”, diceva il filosofo Heidegger e – mi spiace – ma bisogna dargli ragione.
Quando, all’inizio degli anni ’60, The Great Pumpkin capitò sul tavolo dei traduttori italiani, la festa di Halloween non aveva ancora messo radici nel Bel Paese, per cui si temeva che i lettori potessero non cogliere il riferimento ad un culto poco venerato nella penisola. Pensarono bene, quindi, di farlo diventare un Grande Cocomero, ben più mediterraneo e conosciuto!
Che fosse una zucca o un cocomero – comunque – la sostanza mutava ben poco: gli amici di Linus continuavano a non rispettare la sua fede differente, deridendola come se fosse un’assurdità, ma perpetrandone una praticamente uguale nei confronti del più celebre Babbo Natale.
Van Pelt, allora, sbottò, castigando gli scettici compari con un caustico: “La differenza sta solo nel fatto che il vecchio panciuto si faccia una maggiore pubblicità!”
A ben vedere, tutta la vicenda della Grande Zucca e del suo unico e fedele seguace, reca in sé un messaggio davvero profondo: il rispetto per le credenze e i sogni altrui è sacrosanto.
Ciò che, ancor di più, rende emozionante il legame di Linus con il suo benefattore invisibile è la fiducia cieca ed incondizionata che il ragazzino ripone in lui, contro tutto e tutti.
La salvaguardia dei sogni, amici miei, è un bene prezioso, da preservare oltre qualsiasi ragionevole o razionale impedimento esterno.
Come insegnano i Peanuts, il giudizio altrui è sempre in attesa dietro l’uscio, pronto a criticare con decisione qualsiasi idea anticonformista e non standardizzata.
Tuttavia, il miglior offerente, quello a cui la folla presta attenzione solo perché urla più degli altri, non ha sempre la merce migliore. Anzi!
Perciò, che speriate nelle Grandi Zucche o in qualsiasi altra utopia che agli occhi del mondo può sembrare stupida o priva di senso, non importa… voi continuate a crederci, fottendovene di chi perpetra il credo diffuso di qualcun’ altro, spacciandolo per una grande verità rivelata solo perché accettata dalla massa, priva di senso critico e di fantasia.
Potreste anche aspettare tutta la vita, ad ogni Halloween, che sorga nella notte un magico benefattore con la testa arancione che alla fine non arriva mai.
E allora? Meglio avere un sogno e rivolgere il viso verso il cielo per sperare, piuttosto che credere in un universo fatto solo di ciò che si tocca e si vede.
Ai materialisti assoluti, ho sempre preferito i sognatori coraggiosi.
Mi raccomando quindi: sale in zucca, ma solo quanto basta!
Baci velenosi e dolci come la zucca,
Vanì Venom