Ultima fermata
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Questo strano – a dir poco – Duemila venti volge al termine. Qualcuno dirà “finalmente”, io personalmente penso che un giro completo della Terra intorno al sole non faccia la differenza per il destino dell’umanità, ma questa è un’altra storia e non vorrei dilungarmi.
Meglio parlare di One Two Three Four, perché ci sono un po’ di cose da dire. Prima di tutto, qui c’è il podcast che puoi ascoltare nei 2 minuti che servono per leggere questo articolo. Premi play e lasciati accompagnare…
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Tra un disco e l’altro si procede veloci e questa volta ho deciso di mettere qualche “classico” in più del solito, che fa sempre piacere ascoltare, devo dire.
Apprezzati dagli ascoltatori in diretta, probabilmente non da Christian che ci ascolta da casa maaaa… pazienza.
Già perché purtroppo il grande assente dell’ultima trasmissione dell’anno è proprio il nostro affezionato Houserockin’ di quartiere, fermato da un malessere passeggero che però, di questi tempi, è bene non sottovalutare.
E c’è una novità, anzi direi una notizia bomba!, che riguarda proprio Christian ed il suo The Book of Love: dall’anno nuovo entra a far parte della famiglia di Rockabilly Radio, emittente online dal Regno Unito, che dal lontano 2001 ospita i migliori DJ del mondo del “50’s Rock n Roll, Rockabilly, Rhythm & Blues plus other genre styles from the era” – cito direttamente dal loro sito web.
Bello, no? Ne parleremo in maniera più approfondita nei prossimi giorni, proprio con il diretto interessato.
Ora invece vi racconto un attimo della puntata.
Dopo il consueto strumentale, cominciamo con del buon blues, con Sunnyland Slim e Riley “Blues Boy” King. Poi i classici, come dicevo.
Verso metà – confesso – ho fatto un piccolo strappo alla regola: un paio di brani dall’ellepì Chess Rockabillies, una raccolta molto interessante di ben diciotto perle, pubblicate dalla nota etichetta di Chicago.
Praticamente tutto ciò che è stato pubblicato tra il ’54 ed il ’57 dall’etichetta dei fratelli Chess che, data la sua forza acquisita grazie al blues e data la scarsità di artisti rockabilly sulla modesta scena di Chicago, spesso andava alla ricerca di talenti fuori dalla propria zona.
Acquisivano i master da etichette locali – a loro volta ben contente di poter beneficiare di una distribuzione e promozione di livello superiore – e pubblicavano.
Ho estratto due belle bombette come Tall, Dark & Handsome di Bobby Sisco e Susie Q di Dale Hawkins. Ve lo dovevo dire.
Ma – mi rendo conto che mi sto dilungando un po’, perciò vado verso la conclusione: torna il Twist, poi arriva il Doo-wop e si arriva al gran finale con dell’ottimo Rhythm and Blues.
Il vinile corre sotto la puntina, le registrazioni si aggirano quasi tutte tra il ’57 e il ’59, a parte – beh – Chain Gang del 1960 e un altro paio, forse.
Mentre ascoltate, ne approfitto per farvi i miei più sinceri auguri per un nuovo anno di serenità, ripartenza e prosperità. E che la musica possa tornare a donarci momenti di festa come si deve! Buon 2021!
Raffaello “the Twist” Allemanini