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Le cose belle sono belle perché finiscono

Tempo di lettura: 3 min.

#Marginalia quaranta

L’insostenibile leggerezza delle cose belle consiste nel fatto che vivano sul sottile confine della conclusione. In buona sostanza, le cose belle sono belle perché finiscono.

Alle volte tornano sotto un’altra veste o in una forma diversa, ma è l’irripetibilità del momento a creare un ricordo unico.
Lo sapevate fin dall’inizio, no? È il motivo per cui è nata la rubrica Marginalia: salvare gli attimi di bellezza dei tempi andati.

Immaginatemi così, un anno fa e per un anno intero, mentre Houserockin’ Chris mi bombarda di informazioni, suggestioni, dischi, nomi e date di settimana in settimana. (Gypsy Rose Lee, Women at typewriter, 1941)

Avete presente le note a margine? Sì, quelle minuzie che non t’aspetti, gli spaccati nascosti, i vicoletti dietro i grandi monumenti, le chicche impensabili, i particolari…ecco, gli attimi e i particolari.

Marginalia, in una sola parola!

Un anno di note a margine

Un anno fa, un anno tondo tondo (da qui tutto è partito), esordivamo così.

Un anno particolare, casalingo e di grandi mutazioni nel tessuto interiore ed esteriore… un anno in cui il nostro intento – ogni sabato a pranzo – è stato semplicemente quello di farvi compagnia.

Più del fisco, peggio dei parenti, non vi abbiamo mai lasciati soli: eravamo con voi sotto l’ombrellone, vi abbiamo servito i dolcetti di Halloween, siamo stati la prozia delle storie natalizie intorno al fuoco, abbiamo ballato insieme in faccia ai sound system, abbiamo pianto, abbiamo riso… ci siamo affezionati, numero dopo numero, fino a rinsaldare il nostro Amore (non solo sui sedili posteriori), una volta in più, per il meraviglioso mondo vintage che ci accomuna.

Che poi, il tempo scorre e le epoche sfumano i contorni nei decenni veloci, ma l’Amore è sempre il solo ed unico motore del mondo, delle parole, della musica.

Pensando alla colonna sonora perfetta per un saluto innamorato – come il mio – vorrei partisse questa a tutto volume

GRAZIE!

Non tutto si può esprimere a parole. Penso che sia una delle principali ragioni per cui è nata la Musica… o, almeno, mi piace credere che sia così. C’è un termine, in particolare, che non rende abbastanza giustizia al concetto che sottende: la gratitudine.

Nonostante – ormai l’avrete capito – io sia una logorroica di dimensioni mastodontiche, stavolta faccio parlare le note al posto mio, perché – Care Lettrici e Cari Lettori – vi meritate, di cuore, un GRAZIE GRANDE COSÌ!

Grazie per la fiducia. Grazie per la stima. Grazie a chi si è appassionato e a chi si è profuso in complimenti e preziosi consigli. Grazie a chi ha voluto chiacchierare. Ma, soprattutto, Grazie a chi – a sua volta – ha sempre ringraziato: per una storia che non conosceva, per un pezzo che aveva dimenticato, per una foto che gli ha fatto battere il cuore. Alle curiose e ai curiosi, per tutta la strada che abbiamo macinato insieme, Grazie!

In chiusura, voglio dire Grazie, ma Grazie davvero, a quei due sant’uomini di Christian Passarella e Raffaello Allemanini, che mi hanno scelta, coccolata, accudita e sgridata, come due fratelloni maggiori (sì, io sono la più giovane)

Un angolino vintage dove tornare

Marginalia sarà sempre quell’angolino vintage in cui tornare quando ce n’è bisogno o – semplicemente – quando vi va.

In questo articolo trovate un sunto – speriamo suggestivo – di quello che è stato il nostro lavoro fin qui. Come quando nelle serie Tv oldies, in Happy Days o in Mork & Mindy, a fine stagione, mandavano una puntata-collage degli spezzoni migliori.

Una volta si compravano libri di fiabe o fighissime fanzine, a seconda dei gusti… noi vi lasciamo un sacco di articoli di cui fare una gran scorpacciata, quando avete voglia. E chissà che non decideremo, un giorno o l’altro, di fare una bella raccolta da tenere in libreria o sotto i tavolini che traballano.

Le strade del Signore e i solchi dei dischi, sono sempre infiniti… ad ognuno il suo dio.

Da Prof. e da milanese adottata, non potevo non prendere in prestito l’epilogo di Manzoni, che cade a pennello:

“Questa conclusione c’è parsa così giusta che abbiam pensato di metterla qui, come il sugo di tutta la storia. La quale, se non v’è dispiaciuta affatto, vogliate bene a chi l’ha scritta, e anche un pochino a chi l’ha raccomodata. Ma se invece fossimo riusciti ad annoiarvi, credete che non s’è fatto apposta.”Alessandro Manzoni

Tra i melensi ed accorati saluti che avrei da esprimere, una cosa soltanto mi sembra appropriata, come lascito col quale vorrei pensaste a questa esperienza: il rock ‘n’ roll è di tutti ed è ovunque, confido in Voi, non fatevelo scappare… mai!

Baci di arrivederci (sempre un po’ velenosi),
Vanì Venom

Vanì Venom

Vanì Venom è l’alter-ego, a metà tra il letterario e il rocker, di Vanina Pizii, una giovane professoressa di Lettere appassionata di musica anni ’40 ’50 e ’60 e di tutto ciò che concerne il lifestyle legato al mondo vintage: dischi, foto, abiti, libri, arredi, auto e chi più ne ha più ne metta!